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Materiali e sollecitazioni termo-igrometriche: quali sono i rischi conservativi per le opere esposte nei musei?

Temperatura e umidità relativa negli ambienti museali

“Il problema della conservazione delle opere d’arte è oggi fortemente sentito, per l’accresciuta sensibilità alle manifestazioni artistiche e alla irrepetibile peculiarità delle opere pervenuteci dal passato. Tuttavia pochissima cultura è cresciuta intorno all’idoneità dell’ambiente che contiene, conserva ed espone quelle opere. Il microclima negli ambienti museali, la sua misura, il suo controllo, la sua gestione: questo è il grande assente nella formazione di chi conserva, trasporta ed espone quelle opere”

da “Conservare opere d’arte. Il microclima negli ambienti museali”

Adriana Bernardi

Dal punto di vista fisico, le grandezze che maggiormente caratterizzano un ambiente confinato e le interazioni con gli oggetti al suo interno sono la temperatura e l’umidità relativa. Ogni luogo preposto alla conservazione di opere d’arte, dovrebbe mirare a limitare quanto più possibile il verificarsi di pericolosi cicli termoigrometrici. I materiali infatti, rispondono alle variazioni cicliche delle condizioni termoigrometriche assorbendo o cedendo calore e/o umidità, cercando di mettersi in equilibrio con l’atmosfera che li circonda: questi cicli possono causare sollecitazioni meccaniche e deformazioni o anche determinare cambiamenti nello stato fisico del materiale, innescare reazioni chimiche e di degrado biologico.

Nello specifico, la temperatura gioca un ruolo chiave negli ambienti conservativi, in quanto fluttuazioni repentine di questo parametro possono indurre l’espansione o la contrazione degli oggetti: quando un materiale assorbe energia sotto forma di calore, le vibrazioni delle molecole attorno alla loro posizione di equilibrio aumentano, causando l’espansione dell’oggetto nelle tre dimensioni o la sua contrazione se il calore viene rilasciato. I cicli di temperatura contribuiscono quindi a danneggiare i materiali, ed il danno risulterà tanto maggiore quanto più rapida è la loro frequenza. Per questo motivo i gradienti spazio-temporali, le escursioni, i cicli giornalieri e stagionali di temperatura, sono tutti fenomeni da tenere sotto controllo.

Anche l’umidità relativa dell’aria è un parametro fondamentale da monitorare: negli ambienti museali confinati, il suo valore è influenzato dagli scambi con l’esterno (apertura di porte e finestre), dalle dalle modalità di condizionamento e dall’afflusso dei visitatori. Per esempio, nei materiali non igroscopici come i metalli, un elevato livello di umidità relativa (per esempio RH > 70%) può determinare la formazione di film di molecole d’acqua che in seguito può formare una soluzione di inquinanti gassosi o particellari presenti, favorendo i fenomeni ossidativi e corrosivi. In materiali igroscopici come il  legno o la carta invece, l’assorbimento di molecole d’acqua può generare delle condizioni di habitat favorevoli all’infestazione microbiologica e allo sviluppo di muffe, tipicamente per valori di RH > 75%.

In conclusione, temperatura e umidità relativa rappresentano i parametri principali alla base degli stress, ed a lungo andare del degrado, a cui sono sottoposti i materiali che non si trovano in adeguati ambienti di conservazione.  Il controllo del microclima negli ambienti museali rappresenta perciò un’esigenza irrinunciabile per la corretta conservazione degli oggetti  nel caso di esposizioni temporanee o permanenti all’interno dei musei.